Un museo a cielo aperto: le pitture rupestri di Sefar
Sefar ospita più di 15.000 pitture e disegni rupestri, alcuni risalenti a più di 10.000 anni fa. Queste rappresentazioni raccontano la vita dei popoli che abitavano queste montagne: cacciatori, pastori, sciamani. Presentano un’iconografia unica che combina figure umane dalle forme strane, animali, scene rituali e simboli ancora oggi enigmatici.
Le rappresentazioni Sefar più note sono “Il Grande Dio”, “L’arciere nero”, “I marziani”, “Le teste rotonde”, “I carri”, “I nuotatori con le corna” e “Le donne con le maschere”.
La leggenda dei Djinns
Sono queste rappresentazioni ad aver alimentato numerose storie, che evocano Sefar come il “regno dei Djinn”, creature soprannaturali della mitologia araba pre-islamica, prima dell’arrivo dell’uomo sulla terra. Altri racconti descrivono la coesistenza di jinn ed esseri umani, sempre illustrata dal ritrovamento di rappresentazioni preistoriche di uomini accompagnati da creature misteriose non ancora identificate.
Oltre agli aspetti mitologici e teologici, le pitture rupestri di Sefar riflettono una civiltà scomparsa. Attraverso i disegni e le pitture, i visitatori possono seguire lo stile di vita e l’evoluzione dell’uomo preistorico, nonché i cambiamenti climatici e le migrazioni della fauna selvatica nel cuore di questa regione.